Nella nostra sede il documento “La scuola che verrà” è stato oggetto di studio e di riflessione innanzitutto individuale; si è quindi deciso di formare un gruppo di lavoro con l’obiettivo di confrontarsi sulle idee guida della Riforma, così da presentare un documento al Plenum dei docenti. Questo documento è stato discusso a livello plenario, sono state apportate alcune modifiche ed è stato approvato a maggioranza nel Collegio docenti del 27 aprile 2015.

Il documento ha sicuramente stimolato la riflessione e il confronto attorno ad aspetti fondamentali legati alla scuola e al modo di operare di noi docenti nella quotidianità. In generale, sono stati apprezzati i principi fondamentali della riforma, quali l’idea che ogni allievo possiede un potenziale che merita e richiede di essere sviluppato, per permettere a ciascuno di costruire il proprio sapere, con l’obiettivo quindi di realizzare una scuola più aperta, democratica, efficace e trasparente.

Durante l’analisi del documento sono però emersi alcuni aspetti critici che hanno sollevato interrogativi e che meritano perciò di essere presi in considerazione.

Innanzitutto alcune riflessioni di carattere generale.

Visione d’insieme

In riferimento a quanto scritto a pagina 7 della Riforma “La scuola che verrà”

“… le proposte di tale progetto fanno parte di una più ampia strategia di riforma della scuola dell’obbligo (RSO), di cui è parte integrante la revisione dei piani di studio, nata dall’impulso del concordato HarmoS. Sebbene la revisione dei piani di studio si concentri necessariamente sugli aspetti curricolari, essa viene svolta in totale sintonia con le proposte organizzative e pedagogiche contenute in questo rapporto. “

si sottolinea quanto sia importante avere una visione d’insieme dei due cantieri in atto (Nuovi piani di studio e Scuola che verrà), così da poter analizzare il tutto nella sua globalità. Se si analizza soltanto il documento “La scuola che verrà – Idee per una riforma tra continuità e innovazione” si rischia infatti un fraintendimento, cioè quello di pensare che il sapere e la cultura non siano considerati nella scuola del futuro, mentre ne devono rimanere il fondamento.

Risorse

Diverse sono le proposte presentate nel documento; ci si chiede però se ci saranno le adeguate risorse finanziarie per implementare quanto auspicato nella Riforma.

Riteniamo che la Riforma sia da applicare per intero (o parzialmente), ma solo se le risorse necessarie saranno garantite.

Sarebbe inoltre auspicabile quantificare il carico di lavoro del docente valutando complessivamente le ore di riunioni, formazione e incontri tra gruppi di lavoro, in rapporto al numero effettivo di ore di insegnamento, di preparazione e di correzione, di riunioni, colloqui con i genitori, servizi sociali, ecc.

Sarà importante distribuire in modo adeguato le responsabilità affidando i vari compiti a docenti diversi evitando l’accumulo di cariche.

Elenchiamo ora una serie di considerazioni più puntuali.

Sapere, cultura e nuovi piani di studio

È fondamentale trasmettere una cultura di base (vedi nuovi piani di studio della scuola dell’obbligo) a tutti gli allievi che permetta loro di affrontare la formazione futura con adeguati strumenti (solide basi).

È importante che nei nuovi piani di studio si ragioni anche su argomenti che potrebbero essere affrontati con modalità interdisciplinari (competenze disciplinari e trasversali e formazione generale).

Insuccesso e obiettivi minimi da raggiungere

Il seguente paragrafo a pagina 6 del documento “La scuola che verrà – Idee per una riforma tra continuità e innovazione”

L’obiettivo principale di questa riforma è dunque quello di cercare di portare la scuola dell’obbligo ticinese ad uno sviluppo che, mantenendone l’equità, ne migliori anche gli esiti formativi permettendo a tutti gli allievi di sviluppare le loro potenzialità e riducendo in modo significativo l’insuccesso scolastico per quelli più deboli.”

ha fatto molto discutere all’interno del gruppo di lavoro. Riteniamo importante fissare in modo chiaro gli obiettivi minimi che tutti gli allievi dovranno conseguire.

L’ambizione è quella che ciascun allievo sviluppi le proprie competenze; questo porterà alla diminuzione dell’insuccesso, ma non alla sua totale eliminazione.

Gruppo classe e formazione gruppi

La nuova organizzazione proposta, basata su lezioni, laboratori, ateliers, giornate progetto, …, non dovrà stravolgere ciò che è il gruppo classe, importante consesso dove si sperimentano competenze sociali fondamentali.

È importante che il numero di allievi per classe venga ridotto per attuare i propositi della Riforma soprattutto riguardo le lezioni. Sono emerse alcune perplessità in merito, vista la recente bocciatura in Gran Consiglio (25 settembre 2013).

Si ritiene necessario approfondire in modo adeguato i criteri di formazione dei gruppi (laboratori e ateliers), in quanto gli stessi potrebbero condizionare l’efficacia del lavoro.

 Formazione e accompagnamento dei docenti

È auspicabile che, nell’ambito della formazione continua, si preveda un accompagnamento adeguato dei docenti nella realizzazione di quanto prospettato nella Riforma.

Spazi e mezzi per favorire la collaborazione

Occorrerà fornire alle sedi le risorse necessarie per creare gli spazi fisici adatti; questo permetterebbe ai docenti di incontrarsi per pianificare progetti, approcci didattici e pedagogici condivisi, per organizzare i numerosi laboratori previsti e per favorire uno scambio tra le varie discipline.

Oltre agli spazi fisici, si dovranno però trovare, all’interno della griglia oraria, degli spazi temporali a disposizione dei docenti per rendere possibile quanto detto sopra.

Docente di classe (ddc)

Si condivide quanto presentato nella Riforma in merito all’importanza del ruolo del ddc, che dovrà disporre di un potenziamento delle risorse a disposizione. Consolidando ad esempio le segreterie per alleggerire il ddc dal lavoro puramente amministrativo oppure , aumentando le ore a disposizione del ddc per svolgere i suoi numerosi compiti.

Griglia oraria

L’applicazione di una griglia oraria flessibile dovrà implicare una cura particolare nell’accompagnamento degli allievi, soprattutto di quelli del primo biennio. Questo nuovo sistema dal punto di vista organizzativo appare infatti molto più complesso di quello attuale.

Non di secondaria importanza appare anche la questione legata alla flessibilità che si richiede al docente (orario modulare). Come conciliare vita professionale e vita privata?

Orientamento e transizione

È importante che si (ri)propongano opzioni legate a professioni artigianali (elettricità, legno, sartoria, …); momenti importanti per aiutare la scelta da parte dei ragazzi circa il loro futuro formativo (orientamento professionale).

La transizione alle Scuole Medie Superiori: è importante che anche le scuole post obbligatorie riformino il loro sistema tenendo conto dei nuovi piani di studio della scuola dell’obbligo e della futura Riforma.