Nel corso di questa settimana e della prossima, docenti, allievi, famiglie, quadri scolastici del settore dell’obbligo saranno coinvolti in un’ambiziosa indagine conoscitiva dedicata all’esperienza vissuta dalla scuola durante la pandemia, commissionata dalle autorità dipartimentali al DFA-SUPSI (un link d’accesso ai questionari è stato inviato proprio in questi giorni).
Scopo dichiarato dell’operazione è quello di poter predisporre il dispositivo di avvio del prossimo anno scolastico, che con tutta probabilità dovrà ancora fare i conti con l’emergenza Covid-19, sulla base di riscontri concernenti ciò che è avvenuto nei mesi di chiusura (inizialmente totale e poi parziale) delle sedi scolastiche.
A noi pare questo un obiettivo di per sé condivisibile e importante. Il DFA nel giro di una settimana, con un apprezzabile sforzo di coinvolgimento – seppur parziale – di diversi attori (associazioni magistrali, associazioni dei genitori, presidenti dei collegi docenti delle SM, direttori, ecc.), ha confezionato tre questionari che verranno sottoposti a distinte componenti della scuola: docenti, direzioni, famiglie.
Crediamo sia fondamentale che il più alto numero di colleghe e di colleghi partecipino all’indagine, affinché essa possa render conto in modo il meno parziale possibile dei problemi emersi in questi mesi.
D’altra parte, fin da subito ci siamo permessi di sollevare come Movimento della Scuola alcune perplessità riguardanti i presupposti su cui si basa l’indagine: le abbiamo esposte in un documento disponibile sul nostro sito (vi invitiamo a leggerlo qui). Lo ripetiamo, l’iniziativa è sicuramente opportuna, ma sconta evidenti limiti. Oltre al fatto che si sarebbe potuta definire e impostare con tempi decisamente meno serrati, fin dalle prime settimane della scuola a distanza, intravvediamo anche il rischio che essa venga concepita dal DECS quale legittimazione “scientifica” (a posteriori?) di scelte che per necessità si stanno compiendo – perlomeno nei loro fondamenti – in questi giorni, ben prima di poter conoscere i risultati dell’indagine stessa (essi saranno presentati il 24 agosto).
I questionari, per quanto siano stati progressivamente affinati nel confronto con i diversi interlocutori grazie alla disponibilità del direttore del DFA Alberto Piatti, non sono certamente esenti da pecche. Vi sono aspetti dell’esperienza vissuta nelle scuole in questi mesi che ci sembra faticheranno a emergere con la dovuta chiarezza dall’indagine del DFA: si pensi ad esempio alle inedite e decisamente problematiche condizioni di lavoro in cui d’improvviso gli insegnanti si sono trovati a dover operare, oppure al vissuto comunicativo docenti-autorità dipartimentali (uno degli aspetti più delicati nel periodo dell’emergenza, sfociato in prese di posizione di direttori, esperti, collegi dei docenti, associazioni…), o ancora all’importanza di una riflessione sulle nuove tecnologie che non si limiti asetticamente ai soli aspetti tecnici, ma sia ancorata saldamente alla dimensione pedagogico-didattica del loro uso in ambito scolastico. Inoltre, la modalità del questionario e i tempi definiti rischiano di escludere dall’indagine una parte delle famiglie degli allievi, in particolar modo quelle maggiormente in difficoltà.
Per poter fotografare al meglio la situazione venutasi a creare nel periodo della scuola a distanza, ci pare insomma che sarà decisivo poter incrociare i dati di natura quantitativa dell’inchiesta del DFA con gli elementi di bilancio – di tipo invece qualitativo – che emergono dalle riflessioni provenienti dal mondo della scuola. Sappiamo che dai presidenti dei collegi dei docenti delle scuole medie, così come dagli esperti e dai consulenti didattici, già sono stati indirizzati all’autorità scolastiche dettagliati documenti che si sono proposti di leggere criticamente scelte e pratiche vissute nelle settimane dell’emergenza; diversi plenum inoltre discuteranno nei prossimi giorni di un bilancio di questo insolito periodo. Pensiamo sia importante incentivare iniziative del genere.
Invitiamo dunque gli insegnanti e i collegi dei docenti a elaborare nelle prossime settimane testi capaci di render conto dei problemi (ma pure delle esperienze positive) emersi in questa eccezionale parte finale dell’anno scolastico.
Vi chiediamo cortesemente di mandarcene copia, sarà nostra premura pubblicarli sul nostro sito: riteniamo fondamentale che il DECS tenga debitamente conto anche di questi preziosi contributi, frutto dell’esperienza vissuta dagli operatori scolastici in prima persona.
Il comitato del Movimento della Scuola