Pubblichiamo gli interventi pronunciati venerdì 20 dicembre al presidio tenuto in Piazza del Governo, durante il quale abbiamo consegnato alle autorità la lettera aperta sulle giornate di vacanza supplementari. Aggiungiamo in coda la registrazione di una canzone ideata per l’occasione dalle maestre e dai maestri delle scuole comunali di Stabio.

Caro Babbo Natale…

di Andrea Panizza, SE Canobbio

Caro Babbo Natale,
per prima cosa ti chiedo di far arrivare le nostre parole alle orecchie che devono sentirle, se non puoi farlo, smetti pure di leggere, ma ricordati che la gente a noi fa battutacce per i 3 mesi di vacanza…
figurati cosa faranno a te il giorno in cui si accorgeranno che ne hai 11!

Ti chiedo di far capire, a chi lo deve capire, che continuare a riversare costi sui comuni e calcolare le risorse di sostegno in base al numero di allievi e non alle reali necessità, porterà ad avere sempre più differenze tra una scuola e l’altra, non garantendo pari opportunità per i bambini di tutto il cantone.

Ti chiedo, a nome di tutti quei bambini che in classe non si notano, che non eccellono e che avrebbero tanto bisogno di un aiuto per farlo, di fare in modo che i loro maestri non siano sempre presi da chi in classe non ci sa stare o da coloro che hanno bisogno costante d’aiuto.

Ti chiedo, a nome di tanti colleghi, di capire la scelta di non andare a scuola stamattina, in particolare senza allievi. Fare quello che facciamo spesso nei giorni “liberi” non ci sembrava una forma di protesta.
Se poi trovi il modo di insegnarci a staccare, a rilassarci, a fare delle pause tra agosto e giugno, te ne saremmo grati.

Ti chiedo, a nome di tutti quelli che fanno più di quello che sarebbero tenuti a fare, affrontando problemi e situazioni che vanno al di là dell’insegnamento e della vita in classe, mettendo in campo competenze di mediazione, psicologia, ascolto…
che siano a loro volta ascoltati e che ciò che fanno venga riconosciuto come valido ed importante.

Ti chiedo, a nome della scuola, di trovare il modo per rimettere, almeno un pochino, il maestro al centro della società. Che la sua importanza venga valorizzata e riconosciuta. Che lo si metta nelle condizioni di dare il meglio, di arrivare alla pensione sereno, non pensando al modo di abbandonare la nave al più presto.
Perché un corpo docenti sano è la base di una scuola performante.

Ti chiedo, a nome di tutti quelli che non hanno firmato la lettera del movimento della scuola per paura di ritorsioni, di tranquillizzarli, di dire loro che viviamo in un paese libero, dove è possibile esprimere i propri pensieri…
è così, vero?

Infine, ti chiedo, a nome di coloro che hanno redatto il piano di studi, che l’importante capitolo legato all’educazione alle Scelte, con la S maiuscola, venga riletto e capito anche dagli adulti. Perché non si può chiedere ai bambini del primo ciclo di “andare oltre al proprio bisogno personale in favore di scelte collettive” se non si fa da modello, se non riesce a noi grandi.
Se, per questioni finanziarie, decidiamo di tagliare ciò che spetta loro di diritto.

Tre lettere persiane

di Arno Gropengiesser, Liceo di Locarno

Ieri, su un quotidiano (laRegione di giovedì 19 dicembre 2024), un noto, stimato e acuto osservatore e commentatore della politica nostrana – lo storico Andrea Ghiringhelli – sotto la rubrica la trave nell’occhio ha ricordato, non a sproposito, la figura di Montesquieu: giurista, illuminista e filosofo.

Lo vogliamo fare anche noi, presupponendo che oltre ai magistrati anche i politici debbano conoscere l’illustre autore francese.

Immaginiamo quanto segue.

DUE persiani, di nome Usbek e Rica, stanno visitando le terre a Sud delle alpi per osservare e studiare i nostri usi e costumi.

TRE le lettere che sino ad ora hanno inviato in patria.

Prima lettera, prima postilla, prima trave nell’occhio

Si sono imbattuti per caso nel Regolamento delle Scuole medie superiori, dove, al Capitolo Sanzioni disciplinari, all’articolo 25 leggono che per le allieve e gli allievi indisciplinati sono previste delle sanzioni che vanno dall’ammonimento all’espulsione. Vedono pure che è possibile comminare la sanzione di DUE giorni di sospensione dall’insegnamento e si chiedono: ma come? Si regalano per punizione DUE giorni supplementari di vacanze?

Figli di un giurista riflettono.

Un tribunale che condanna un imputato a DUE giorni di detenzione mica lo fa per regalare DUE giorni di vitto e alloggio gratis, bensì per privare il condannato per DUE giorni dell’esercizio del diritto della libertà. Concludono che la sospensione di DUE giorni da scuola ha un alto valore simbolico: il diniego per quel periodo del diritto all’insegnamento. Il diritto all’istruzione è pertanto idealmente parificato a quello della libertà. Ma allora? Si chiedono. Perché le allieve e gli allievi subiscono una punizione collettiva? DUE giorni in meno di scuola.

Nella lettera inviata in Persia scrivono che l’unica risposta possibile è che i discenti sono qui considerati unicamente una voce di spesa contabile.

Seconda postilla, seconda trave nell’occhio, seconda lettera

I DUE esaminano più attentamente la faccenda e scoprono che la misura è stata adottata per compensare il mancato riconoscimento del rincaro ai dipendenti pubblici per il 2024. S’informano e scoprono che tale misura è strutturale, ossia il valore reale dello stipendio resterà eroso fino alla fine della carriera. Ma allora, a rigor di logica, non dovrebbe essere una misura reiterata fino a quando la differenza salariale sarà recuperata? Si chiedono pure: ma allora futuri tagli saranno compensati da altri giorni di chiusura della scuola? Dove porterà una tale politica?

Figli di un illuminista scrivono in patria: in Ticino il diritto costituzionale all’istruzione è mercanteggiabile.

Terza trave nell’occhio, terza lettera, terza postilla.

Ulteriori indagini portano i DUE a scoprire che quando gli insegnanti scioperano, richiamandosi a un diritto costituzionale, si leva ogni volta un coro di voci che grida allo scandalo. Il Governo si affretta, per bocca del Dipartimento, ad emanare disposizioni per assicurare l’accudimento delle allieve e degli allievi. Come mai in questo frangente tutto tace? Si chiedono.

Figli di un filosofo, i DUE persiani trovano conferma nella tautologia che l’ingiustificabile è ingiustificabile.

Ora Usbek e Rica si accingono a scrivere in Persia un’ulteriore lettera, ma si sono bloccati. Hanno scoperto che alle nostre latitudini è costume assegnare delle note a scuola e vorrebbero darne una alla politica ticinese. Le cifre DUE e TRE ricorrono spesso, osservano, ma restano indecisi. Vi chiedono pertanto un aiuto, fornendo magari qui e ora la risposta.

P.S. In realtà la risposta la fornisce già Andrea Ghiringhelli nell’articolo citato!

Questa è la storia di uno di noi…

Maestre e maestri delle Scuole comunali di Stabio