La Regione del 24 settembre scorso ha dato conto dell’intervento del Direttore della Divisione scuola, Diego Erba, al Consiglio cantonale dei giovani conclusosi il giorno precedente. Pare che in quella sede il professor Erba abbia spiegato che il Dipartimento ha in serbo un “cambiamento sostanziale” riguardante l’aggiornamento dei docenti volto a “tenere i maestri…su di giri”.

Riteniamo possa essere utile riferire di un paio delle più frequenti reazioni a questa esternazione, ascoltate in questi giorni nelle aule docenti delle nostre scuole. Intendiamo in questo modo contribuire a far conoscere ai vertici del DECS gli umori dei propri dipendenti, in una fase in cui in più occasioni si è sottolineata la volontà di rilanciare un dialogo con essi.

  • In merito al cambiamento annunciato, si ricorda che, se veramente l’intento fosse solo quello di tenere la contabilità dei corsi d’aggiornamento frequentati dai singoli docenti, ciò è possibile sin d’ora: la stragrande parte dei corsi d’aggiornamento già prevedono una certificazione della frequenza. Dietro l’aggettivo “sostanziale” sembra invece esserci la volontà di metter mano alla normativa che regola l’aggiornamento dei docenti. “La nuova impostazione che si vorrebbe dare all’aggiornamento dei docenti implica necessariamente una revisione della legge. Infatti, l’attuale disposizione di legge non rende possibile l’adozione del principio dell’obbligo di formazione (un certo numero di crediti o di ore di frequenza per un determinato periodo).” Questo è quanto annunciato in un comunicato emanato dal Consiglio di Stato dello scorso 7 settembre. È bene allora ribadire per l’ennesima volta l’idea che questa logica è pericolosa, limita la libertà di scelta del docente e non garantisce il miglioramento della qualità dell’insegnamento. Un vero ed efficace potenziamento della formazione continua potrà essere concepito solo con il diretto coinvolgimento degli insegnanti nella definizione dei contenuti dei corsi offerti e prevedendo a questo scopo un significativo investimento di risorse. È decisamente illusorio e riduttivo pensare di poter affrontare il complesso tema della formazione dei docenti limitandosi a vincolare l’obbligo di aggiornamento – obbligo peraltro già presente nell’attuale legge – al numero di ore frequentate o di crediti accumulati.
  • A suscitare qualche preoccupazione vi è anche l’intenzione più generale del DECS di “tenere i maestri su di giri”. Premesso che l’espressione utilizzata non suona particolarmente rispettosa nei confronti di coloro che tra mille difficoltà alla scuola dedicano gran parte del proprio tempo e delle proprie fatiche, ci si chiede se questo è quello stesso intento con il quale negli anni passati il Dipartimento ha deciso di aumentare l’onere lavorativo dei docenti, ha reso più difficile l’accesso alla professione attraverso una serie di infelici cambiamenti nei meccanismi di abilitazione, ha ridotto i salari reali (in particolare quelli dei giovani insegnanti), ha adottato una serie di altre misure di risparmio, ha insomma perpetrato un peggioramento “sostanziale” delle condizioni di lavoro di chi opera nelle scuole, riducendo ai minimi termini l’attrattiva della professione.

Il nuovo capo del Dipartimento si è dimostrato molto disponibile al dialogo e ciò è stato senza dubbio apprezzato dal corpo docenti. Purtroppo va però rilevato il fatto che in queste settimane al graduale peggioramento del quadro entro il quale ci troviamo a lavorare si sono aggiunti altri due piccoli ma significativi tasselli: all’inizio dell’anno scolastico ci è stato imposto un aumento, per taluni un raddoppio, del costo dei parcheggi riservati ai docenti, mentre – è notizia ancor più recente – il Consiglio di Stato ha comunicato alle associazioni sindacali che nell’ambito del Preventivo 2012 sarà inserita l’abolizione dell’indennità per economia domestica.

A quando un mutamento “sostanziale” dell’atteggiamento con cui il Direttore della Divisione Scuola è abituato ad affrontare pubblicamente i problemi relativi alla nostra professione? A quando un segnale di discontinuità rispetto alle politiche del passato? A quando un segnale che renda concrete le promesse di una rivalutazione della retribuzione in linea con i salari svizzeri? A quando misure che vadano finalmente a collimare con le richieste avanzate da anni dalle istanze degli insegnanti?

L’assemblea del Movimento della Scuola dà mandato al comitato affinché nelle prossime settimane venga organizzato un appuntamento cantonale di tutti i docenti dedicato alle misure da intraprendere per contrastare l’ennesimo attacco alla nostra dignità e alle nostre condizioni di lavoro.