Dopo attenta lettura del documento Profilo e compiti istituzionali dell’insegnante della scuola ticinese in maniera individuale, il corpo docenti della SM di Acquarossa ha inserito all’ordine del giorno del Plenum del 19 dicembre la discussione in merito. Vista l’intensità della messa in comune si è poi creato un gruppo operativo che ha redatto questo documento di presa di posizione, come voluto dal DECS, avente come obiettivo riassumere le varie posizioni scaturite.
Il corpo docenti ha preso il compito assegnatogli con serietà: il Dipartimento ha chiesto una presa di posizione, ecco quella della SM di Acquarossa.
Ai fini di rendere chiari i vari punti di vista, il documento è stato suddiviso in tre paragrafi distinti:
Dubbi a priori
Nel merito
Possibili conseguenze
1. Dubbi a priori
– Da dove nasce l’esigenza di tracciare un profilo del docente?
Visto il periodo dove i docenti vengono coinvolti in scandali, il cantone pensa di dover dimostrare il buon lavoro svolto da parte degli insegnanti, oppure vuole dimostrare con maggiore forza all’opinione pubblica che il cantone è attento?
Esistono diversi articoli di legge e disposizioni nel Regolamento della Scuola Media (1996), Regolamento della scuola (1992) e Legge sulla Scuola (1990), che tracciano in modo chiaro e esplicativo compiti e funzioni del docente.
– L’impressione è che tra i redattori del documento non vi sia alcun docente. Timore infondato?
Vorremmo sapere i nominativi di coloro che hanno collaborato nella realizzazione del documento in analisi.
– Ogni sede ha avuto negli ultimi anni il compito di creare un PEI (Progetto Educativo d’Istituto), da redigere e rispettare, che non viene minimamente menzionato nel documento.Come mai?
Ogni PEI contiene molti punti sollevati dal documento in questione, con il rischio di ridondanze.
2. Nel merito
I punti seguenti si riferiscono a precisi argomenti sollevati nel documento
– Pag. 4 “Compiti istituzionali dell’insegnante.”
Domanda: non sono troppi? Non è il caso di sottolineare anche le responsabilità che gli allievi, le sedi d’insegnamento, i datori di lavoro, le famiglie, lo Stato, la società hanno verso l’insegnante?
– Pag. 6 “Atteggiamento verso la riflessione sulla professione”; “(…)è portato a riflettere sulle proprie convinzioni (…)”
Il docente ha il diritto di esprimere la propria personalità, ad avere un suo personale punto di vista, delle convinzioni, alle quali, inutile dirlo, è giunto dopo attenta riflessione.
– Pag. 8 “3.2 Aspetti etici e deontologia professionale.”, “L’insegnante testimonia con la propria azione la sua coerenza con il modello etico di riferimento”
Domanda: qual è “il modello etico di riferimento”? Chi lo definisce?
– “assiste l’allievo e si prende cura di lui in funzione della sua integrità fisica, psichica, morale e favorisce lo sviluppo del suo senso critico”
– Dubbi anche per quanto concerne “l’integrità psichica”
– Pag. 10 “Competenze di pianificazione, organizzazione e svolgimento delle lezioni”, “L’insegnante è in grado di condurre ogni allievo e ogni persona in formazione a conseguire almeno degli obiettivi minimi rispetto alle tematiche dei piani di studio e di formazione.”
Dubbio: il docente è in grado di far acquisire gli obiettivi minimi agli allievi. Se non ci riesce è colpa sua?
Insomma, è impossibile che i docenti posseggano tutte le competenze necessarie, bisogna fare in modo che il gruppo docenti le copra nella sua totalità. Nell’introduzione del documento si legge che lo stesso “(…) non è una descrizione di un insieme di competenze che devono forzatamente corrispondere al singolo insegnante (…)”, quindi sarebbe auspicabile leggere “il gruppo docenti aspira” e non “il docente deve”.
È necessario mettere nero su bianco le competenze richieste ad un docente? Non è uno strumento donato a chi vuole “attaccare” la categoria?
– l’insegnante esce come una figura molto debole, sola e senza mezzi. Esso deve rendere conto del suo operato a tutti, quasi ne dovesse avere l’approvazione o il benestare.
La scuola necessita invece di una figura forte e autorevole, in grado di intervenire con prontezza se un allievo smarrisce la via, capace altresì di gratificare un allievo quando necessario, di farlo riflettere se compie un passo falso. Deve essere anche una guida, in grado di motivare gli allievi al fine di intraprendere il percorso formativo con entusiasmo e sicurezza, deve saper cogliere i cedimenti degli allievi ed essere pronto a tendere una mano o a usare polso se l’allievo mostra di perdersi in selve oscure.
Dal documento non traspare minimamente quest’immagine, inoltre, ancora più grave, non vi è alcun elemento che porti a pensare che il docente è provvisto di una qualsiasi parvenza di autonomia di movimento o di pensiero. Ciò è in netta contrapposizione con quanto auspicato nell’introduzione (“(..) il presente profilo può assumere una funzione positiva nel rendere maggiormente visibile il lavoro del docente concorrendo così a rafforzarne l’immagine sociale”).
L’unico punto che sostiene il docente si trova a pagina 6, “Autorevolezza nei confronti degli studenti, dei loro genitori”. Poco, inaccettabilmente poco.
3. Possibili conseguenze
– Sicuramente il rischio principale è che chiunque, documento alla mano, prenda il tutto come un regolamento; sentendosi legittimato a giudicare l’operato di un docente che, a suo avviso, non è riuscito a mettere in atto una certa competenza. È chiaro che il documento in questione si presta a molte letture, quindi è uno strumento estremamente pericoloso.