Nel novembre scorso è giunto nelle sedi di scuola media l’ennesimo questionario elaborato dal CIRSE, sottoposto a docenti, allievi e genitori. Esso riguarda un’indagine che il centro di ricerca associato al DFA della SUPSI sta avviando sull’annoso problema dei corsi attitudinali e di base in matematica e tedesco.
Il questionario ha suscitato in alcuni insegnanti serie perplessità; dalle scuole medie di Bellinzona 1, Locarno 1, Besso e Giornico sono giunte prese di posizione critiche. Riportiamo quella scritta dai colleghi di Besso.
Al di là del merito delle critiche poste alla formulazione dei quesiti, la vicenda ci pare che sollevi un problema di ordine più generale: sempre più di frequente gli insegnanti si ritrovano a fare i conti con iniziative “calate dall’alto”, elaborate in luoghi ‘esterni’ al mondo della scuola, vissute conseguentemente dai docenti sempre più come estranee (nelle modalità e a volte anche nei contenuti) rispetto ai bisogni reali della scuola.
Gentili signori Egloff e Marcionetti,
i gruppi di materia di tedesco e di matematica della sede di Lugano 2 si sono riuniti oggi 28.11 per analizzare e commentare il questionario ricevuto in sede.
Sono emerse diverse perplessità a causa delle quali si è deciso di non compilare il questionario se non dopo un ulteriore chiarimento da parte vostra.
In particolare segnaliamo:
- la richiesta di fornire dati personali e professionali tali da individuare direttamente il docente interessato. Se il formulario deve essere nominativo, ci sembra più ragionevole chiedere direttamente il nome del docente per poi estrarre i suoi dati da Gas, al quale si suppone abbiate accesso;
- il lungo elenco di domande a carattere personale riguardanti l’atteggiamento verso la materia insegnata, le classi coinvolte e i colleghi di materia e di sede. Non riusciamo a comprendere come queste domande possano fare maggior luce sulla situazione dei corsi A e B;
- la richiesta di esprimere giudizi sui propri allievi: segnaliamo il rischio di ledere la privacy degli allievi; non ci è chiaro cosa si intenda per “bravo” (in una determinata materia) o per “soddisfatto della relazione”;
- non ci è parso opportuno e professionale fornire delle previsioni sull’andamento futuro degli allievi. Il nostro compito è infatti quello di esprimere valutazioni basandosi su osservazioni concrete su un arco temporale lungo (siamo a novembre) e non su previsioni;
- ultimo, ma non ultimo: molte domande sono, a nostro parere, poste in modo tendenzioso e ci fanno dubitare dell’obbiettività della ricerca. Citiamo, ad esempio, passaggi come “gli allievi dei corsi B studiano poco “, “gli allievi dei corsi A studiano molto” oppure “gli allievi dei corsi A si sentono intelligenti” o ancora “gli allievi dei corsi B si sentono stupidi”. Le domande poste in questo modo sembrano suggerire una risposta. Ci chiediamo quindi come possano avere risposto a domande del genere allievi e genitori.
Siamo inoltre perplessi di fronte al fatto che il questionario sia rivolto agli allievi dei corsi base di terza media e non di quarta. Riteniamo, e osserviamo, infatti che gli allievi di quarta hanno spesso un opinione più attendibile dei corsi in questione, avendo maturato un’esperienza più lunga.
Siamo infine a disposizione per un’eventuale incontro in sede, per fornire a voce le nostre esperienze e le nostre idee riguardanti i corsi attitudinali e di base.
Cordiali saluti,
I gruppi di materia di matematica e tedesco della scuola media di Lugano Besso
La risposta del DFA
Dopo la diffusione della notizia, Alberto Piatti – direttore del DFA – ci ha scritto. Pubblichiamo di seguito il suo messaggio. La vicenda porterà a un cambiamento d’approccio da parte del CIRSE? Da parte nostra vigileremo perché ciò avvenga.
In merito al questionario del CIRSE e la presa di posizione della SM di Besso, ci teniamo a precisare che una delegazione del DFA (Alberto Piatti, direttore, Michele Egloff, responsabile del CIRSE, e Jenny Marcionetti, responsabile del progetto) ha incontrato i firmatari della presa di posizione per una discussione e un chiarimento lo scorso 4 marzo e che la discussione, franca e aperta, ha permesso di chiarire alcuni aspetti della ricerca e ha permesso al DFA di riflettere sugli aspetti critici e gli insegnamenti da trarre da questa vicenda. Lo stesso è avvenuto con le sedi di Giornico, Bellinzona 1 e Locarno 1, nonché con il sindacato VPOD docenti.
È importante sottolineare che il DFA, nel momento in cui il disagio è venuto a galla e presa coscienza della criticità dell’approccio scelto, ha scritto personalmente a tutti i docenti e i genitori coinvolti nella ricerca per scusarsi del disagio provocato e per aprire un canale diretto di comunicazione.
Alberto Piatti