Pubblichiamo, per conoscenza dei colleghi firmatari, la risposta del Direttore della Divisione della scuola Emanuele Berger alla nostra petizione “Per la salvaguardia delle lavagne in ardesia”. Nello scritto il Direttore sottolinea la volontà della Divisione della scuola di mantenere, “laddove possibile”, le lavagne in ardesia. Nel caso in cui, per motivi di vetustà, esse siano state rimosse negli scorsi mesi, tali supporti didattici – rassicura il Direttore Berger – verranno prontamente sostituiti da nuove lavagne “sempre in ardesia, ma senza ante apribili”. 

Al di là di questo aspetto (siamo a conoscenza di sedi di scuola media in cui le lavagne in ardesia sono state rimosse senza che vi fossero particolari segni di vetustà), l’impressione è che il Direttore svii sul “senso profondo” della nostra petizione, ossia sull’implementazione acritica di nuovi strumenti digitali non richiesti dal corpo insegnante e fondamentalmente imposti dall’alto. Negli scorsi anni, nessuna seria riflessione è stata infatti avviata nelle varie sedi scolastiche sull’effettiva utilità di tali strumenti per far fronte ai bisogni formativi delle nostre allieve e dei nostri allievi. L’organizzazione, a posteriori, di momenti di formazione quali quelli evocati dal Direttore non solo rischia, in queste condizioni, di trasformarsi in una serie di indicazioni operative di carattere tecnico-didattico, ma non permette affatto agli insegnanti di tornare a riflettere criticamente, e ad avere voce in capitolo, in merito al rapporto che il mondo della scuola intende intrattenere con la nuove tecnologie digitali (tali strumenti sono già stati acquistati e posti nelle aule).

Non una parola viene poi spesa in merito al (notevole) costo economico ed anche all’impatto ecologico di tali apparecchiature digitali. Fanno (amaramente) sorridere, a questo proposito, le direttive emanate dal Consiglio di Stato in merito al consumo di energia nella delicata congiuntura che tutti stiamo vivendo: si invitano infatti tutti gli insegnanti a “spegnere apparecchi energivori e non necessari all’attività didattica”. Qualcuno avrebbe dovuto ricordare al lodevole Consiglio di Stato che la vecchia lavagna in ardesia, che tanto ci si è affrettati a smantellare da numerose sedi di scuola media, nulla consumava se non il gesso con cui vi si scriveva.


Bellinzona, 8 novembre 2022

Petizione all’indirizzo del direttore della Divisione della scuola “Per la salvaguardia delle lavagne d’ardesia” presentata dal Movimento della Scuola

Gentili signore, egregi signori,

la Divisione della scuola (DS) ha ricevuto e considerato con attenzione la vostra petizione, ricevuta il 22 giugno 2022 e riferita alla salvaguardia delle lavagne d’ardesia nelle aule scolastiche.

La petizione è stata firmata da 550 docenti di ogni ordine e grado, (docenti delle scuole comunali compresi) che rappresentano circa il 10% dei docenti attivi nell’anno scolastico 2021/2022 (6’319 unità fisiche).

Attraverso la petizione i petenti chiedono, citiamo, “che l’integrazione [delle tecnologie nella scuola] sia gestita in modo accorto e pedagogicamente proficuo, mantenendo per i docenti la possibilità di sfruttare la pluralità di strumenti, digitali o meno, senza che le lavagne di ardesia siano sacrificate sull’altare di un’innovazione fine a sé stessa”.

In merito alla richiesta occorre in primo luogo rilevare che né la DS né il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) hanno deciso di rinunciare alle lavagne in ardesia. Gli schermi tattili interattivi (STI) andranno in effetti ad affiancarsi alle lavagne tradizionali, in accordo dunque alle aspettative formulate nel testo della petizione.

La soluzione ideale per le aule ‘classiche’ (quelle di metratura tra i 55 e i 65 mq) è di disporre di due superfici didattiche affiancate (lavagna analogica e digitale), e non sovrapposte, poiché questa situazione causerebbe diversi problemi pratici di spostamento di allievi e docenti. Per raggiungere questo obiettivo si tenterà, laddove è possibile, di spostare le attuali lavagne in ardesia a lato dell’aula per permettere allo STI di affiancarsi ad esse.

Occorre tuttavia considerare che la maggior parte delle lavagne di ardesia attuali giungono alla fine del loro ciclo di vita e che, non essendo mai state oggetto di manutenzione, il loro spostamento risulta precario. Per questo motivo, se lo spostamento dell’attuale lavagna in ardesia non sarà possibile, la stessa sarà sostituita con una nuova lavagna (sempre in ardesia ma senza le ante ‘apribili’). Questa soluzione permetterà di far convivere i due supporti e di disporre dunque di un’ergonomia d’aula adeguata e integrata con lo STI. Da notare inoltre che per le aule di laboratorio/scientifiche il problema non si pone, perché essendo queste ultime più grandi, è possibile mantenere le lavagne in ardesia a ghigliottina (senza spostarle) integrando efficacemente anche gli STI.

Prima di concludere, precisiamo che parallelamente alle digitalizzazioni delle sedi scolastiche – che rientrano all’interno del Masterplan per la digitalizzazione delle scuole ticinesi –, il DECS promuove iniziative formative che mirano a fornire a tutti i docenti delle scuole cantonali delle competenze di base tecniche, e soprattutto pedagogico-didattiche, per poter utilizzare in modo ragionato ed efficace gli strumenti digitali messi a disposizione dal Masterplan, come ad esempio gli STI. Anche in questo caso l’orientamento adottato dal DECS per l’implementazione del Masterplan coincide con l’aspettativa espressa dai petenti circa il ricorso a un approccio, citiamo, “accorto e pedagogicamente proficuo” nell’introduzione di innovazioni tecnologiche nella scuola.

Vogliate gradire, gentili signore ed egregi signori, l’espressione della nostra massima stima.

Il Direttore: Emanuele Berger