Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente presa di posizione adottata dal Collegio docenti della Scuola media di Barbengo in merito al sistema di reclutamento dei docenti nella scuola ticinese e al recente dibattito sul DFA.
La Scuola Media di Barbengo, riunitasi in seduta plenaria il 19 maggio 2025 e poi ancora il 20 giugno 2025, desidera innanzitutto esprimere la propria solidarietà alle/ai tredici aspiranti docenti neoabilitate/i a cui, per l’anno scolastico 2025-2026, non sarà assegnata alcuna ora d’insegnamento nel nostro Cantone. Solidarietà che estende a tutte le colleghe e a tutti i colleghi che si trovano in situazioni di precarietà, un fenomeno, a nostro avviso, purtroppo destinato a crescere e causato, almeno in parte, dall’assenza di una volontà politica chiara di rivedere in modo critico e strutturato l’attuale sistema di reclutamento.
Riteniamo che l’attuale modello presenti gravi criticità che minano le prospettive di inserimento stabile nella professione e riducono la fiducia in un sistema che, in più occasioni, sembra non garantire un trattamento equo e trasparente. In particolare, rileviamo i seguenti aspetti problematici:
1. La carente programmazione del fabbisogno docenti, che porta a squilibri evidenti tra le discipline: in alcune materie le risorse risultano insufficienti per attuare le misure previste (si veda ad esempio lo slittamento di un anno dell’introduzione del tedesco in prima media), mentre in altre si continua a formare un numero di docenti superiore alle effettive possibilità di impiego a breve termine.
2. La mancanza di trasparenza nella quantificazione delle ore disponibili, che impedisce a chi si candida di conoscere, al momento della prova di assunzione, quante ore effettive sono realmente a concorso e quindi di ponderare il rischio di non ottenere le ore desiderate. Una prassi che si discosta da quanto avviene in altri concorsi pubblici, dove il numero di posti disponibili e le relative percentuali sono esplicitamente indicati nei bandi.
3. L’opacità nei criteri di assegnazione e distribuzione delle ore, manifesta nella mancata pubblicazione delle graduatorie annuali allestite dal DECS. Tale scelta rende difficile verificare la correttezza delle procedure e potrebbe penalizzare chi, in una posizione di evidente fragilità, ravvisi delle iniquità e si trovi di fronte a spiegazioni sulla propria condizione che non tengono conto del quadro più generale. In questo modo, inoltre, viene negata la possibilità di effettuare una valutazione, anche solo sommaria, delle proprie possibilità di ottenere le ore desiderate.
Un ulteriore tema discusso all’interno del Plenum riguarda le difficoltà riscontrate da molte e molti di noi nel relazionarsi con il metodo di lavoro del DFA, sia durante il percorso di abilitazione, sia successivamente. Le modalità richieste, l’impostazione didattica e i criteri di valutazione sono apparse e appaiono tutt’oggi spesso distanti dalla realtà quotidiana della scuola. Ciò, unitamente alla poca chiarezza nel comunicare con gli attori coinvolti nel percorso di abilitazione, scoraggia molte/i docenti a collaborare con il DFA in qualità di formatrici/ formatori di pratica professionale, oppure a partecipare alla formazione continua proposta dall’istituto, preferendo ricorrere ad offerte provenienti dall’esterno del Cantone.
Riteniamo infine doveroso dare voce al malessere, talvolta espresso in modo timido ma sentito, dalle colleghe e dai colleghi attualmente in formazione presso il DFA. Le loro testimonianze ci portano a pensare che alcune criticità, già segnalate negli anni passati attraverso diversi canali, non sono state affrontate in modo adeguato. Tra queste spiccano la percezione di un trattamento non equo tra le diverse materie, l’atteggiamento di chiusura da parte di alcune/i formatrici/ formatori rispetto a richieste di chiarimenti in occasione del rilevamento di problemi o difficoltà incontrate dall’abilitanda/o, la talvolta riscontrata mancata o remota esperienza di insegnamento nell’ordine scolastico per cui formano le/i loro studentesse/ studenti. Significativo ci appare anche il timore da molti di loro espresso di esporsi pubblicamente su questi temi.
Tali disfunzioni strutturali, iquali si manifestano in concomitanza con la mancanza di investimenti più coraggiosi in ambito scolastico che garantirebbero anche maggiori ore attribuibili (es. riduzione del numero di allievi per classe o riduzione delle ore settimanali, soprattutto in alcune discipline dove il 100% è calcolato di 28 ore), concorrono a rendere sempre meno attraente la nostra professione che necessita invece di entusiasmo, passione e continuità per portare avanti gli obiettivi ambiziosi del nuovo Piano di Studi, obiettivi da raggiungere anche malgrado una progressiva erosione delle risorse messe in campo per la scuola. Fondamentale è per noi, inoltre, la stabilità nel corpo docente per istaurare fruttuose collaborazioni che permettano di pianificare le azioni condivise all’interno della sede sul lungo periodo. Ma, oltre che per noi docenti, anche per i nostri allievi la precarietà e l’incertezza sistemica hanno conseguenze. Esse, infatti, si riflettono sulla continuità didattica, compromettono la qualità dell’insegnamento.
Alla luce di queste considerazioni, il Collegio dei docenti della Scuola Media di Barbengo aderisce alla Risoluzione del Collegio in piazza del 21 maggio 2025 nel punto in cui si denuncia con fermezza “un sistema di abilitazione e assunzione sempre più confuso, inefficiente e iniquo, che mortifica le competenze e penalizza le nuove generazioni” e richiede interventi positivi atti a riequilibrare i rapporti tra il dipartimento e le docenti e i docenti, in un’ottica che prevenga qualsiasi disparità di trattamento, seppur involontaria, soprattutto se a danno di chi si affaccia, in questa delicata congiuntura, alla professione di docente. Allo stesso modo, il Collegio dei docenti della Scuola Media di Barbengo sottoscrive la Risoluzione sulle misure di contenimento della spesa del Collegio docenti del Liceo di Bellinzona (30.04.2025).
Per il collegio dei docenti della SM Barbengo, i co-presidenti
Giona Bariletti
Nina Pusterla