Due insegnanti attivi in ErreDiPi, la Rete per la Difesa delle Pensioni, saranno oggetto di un’inchiesta disciplinare (colpevoli di aver utilizzato l’indirizzario di posta elettronica dell’amministrazione cantonale). Così ha deciso il Consiglio di Stato, infastidito dal fatto che in questi mesi i dipendenti cantonali abbiamo ricevuto via posta elettronica informazioni relative alle attività messe in campo dai loro stessi colleghi contro il draconiano taglio alle rendite pensionistiche degli affiliati all’IPCT. Pubblichiamo di seguito il comunicato rilasciato ieri sera da ErreDiPi.

Come Movimento della Scuola nella circostanza siamo preoccupati, persino indignati, per almeno tre ordini di ragioni:

  • ErreDiPi è un movimento sorto nell’agosto scorso grazie all’iniziale impulso della commissione sindacale del Liceo di Bellinzona. La scelta dei nomi contro cui si è deciso di muovere l’azione disciplinare sono stati selezionati sulla base delle firme dei due colleghi di quella sede scolastica apposte in calce alla risoluzione proposta alla prima assemblea della Rete il 23 agosto 2022. Tutte le decisioni prese in seguito sono state il frutto di scelte discusse collettivamente nelle assemblee e nelle periodiche riunioni di coordinamento di ErreDiPi, a cui hanno partecipato decine e decine di dipendenti cantonali. Perché dunque colpire solo i due docenti in questione? La tentazione, di fronte a una tale evidente incongruenza, è quella di autodenunciarci tutti e tutte: ci sentiamo responsabili anche noi della scelta di informare e mobilitare le migliaia di dipendenti vittime della crisi dell’IPCT.
  • L’atto palesemente intimidatorio non fa che accrescere preoccupazioni che da tempo abbiamo riguardo ai margini di agibilità democratica in seno all’amministrazione cantonale e alle scuole. Questo è l’ultimo tassello di una serie di atti volti a ridurre per i dipendenti cantonali e gli insegnanti la possibilità di svolgere attività in difesa delle proprie condizioni di lavoro o, nello specifico del settore educativo, di offrire la propria opinione sui temi di politica scolastica. Fino a una decina di anni fa i sindacati potevano liberamente accedere alle strutture dell’amministrazione cantonale, ora non più (a meno che non ci sia l’approvazione preventiva del relativo dirigente!). In passato vi sono stati quadri scolastici e insegnanti che offrivano il proprio contributo informato al dibattito pubblico sulla scuola, ora questo può avvenire solo se autorizzati, cioè solo se ci si fa portavoce della posizione ufficiale dell’autorità. Da qualche anno a questa parte si è attuata una stretta sull’uso della posta elettronica che riduce drasticamente la possibilità da parte delle organizzazioni dei dipendenti di contattare e organizzare i propri stessi colleghi (anche in questo caso lo si può fare, ma previa autorizzazione dell’autorità!). E così via…
  • Sembra che il Consiglio di Stato abbia deciso, a supporto della decisione di avviare l’inchiesta disciplinare, di fare riferimento, tra gli altri, all’articolo della LORD in cui si ricorda che chi lavora per lo Stato “deve dimostrarsi degno della stima e della fiducia richieste dalla sua funzione pubblica e tenere un contegno corretto e dignitoso” (sic). L’ErreDiPi da settembre chiede che le 17’000 famiglie degli affiliati all’IPCT vengano rassicurate sul loro futuro e da settimane chiede che il problema venga affrontato con il dialogo, che il governo incontri una sua delegazione per avviare un confronto sul tema. La Rete non ha mai ricevuto una risposta ufficiale alle sue sollecitazioni. A dire il vero il Consiglio di Stato ha interloquito con l’attività dell’ErreDiPi in due occasioni: pochi giorni prima della manifestazione del 28 settembre, chiedendo ai propri dirigenti di segnalare i nomi di coloro che avrebbero preso parte ai pochi minuti di prolungamento della pausa decisi quel giorno per protesta, e ora, a pochi giorni dalla seconda giornata di mobilitazione, con un provvedimento disciplinare. Lasciamo a chi legge il giudizio su quanto questo atteggiamento sia “degno della stima e della fiducia richiesta dalla funzione pubblica”. A noi comunque pare che esso non sia del tutto “corretto e dignitoso”.

Esprimiamo la nostra totale solidarietà ai due colleghi coinvolti. Il modo migliore di farlo è quello di partecipare numerosi alla manifestazione di domani, mercoledì 14 dicembre, a Bellinzona (ore 17.30).


Il Consiglio di Stato cerca di intimidire l’ErreDiPi

Il giorno 7 dicembre 2022 il Consiglio di Stato ha comunicato a due membri attivi dell’ErreDiPi – Rete per la Difesa delle Pensioni – l’apertura di un’inchiesta disciplinare nei loro confronti. Sarebbero “colpevoli” di aver utilizzato l’indirizzario di posta elettronica dell’Amministrazione Cantonale (@edu.ti.ch e @ti.ch) per informare sulle attività e la campagna promossa dalla Rete contro il secondo taglio del 20% delle nostre rendite.

Si tratta di un chiaro atto intimidatorio nei confronti di tutti coloro che attivamente, da mesi ormai, si stanno battendo in difesa delle pensioni di 17’000 persone e relative famiglie.

È evidente infatti che, attraverso l’attacco a questi due colleghi, si vuole colpire la Rete, in quanto organizzatrice principale, e di successo, della mobilitazione degli ultimi mesi.

Contestiamo le accuse rivolte ai due colleghi. Ribadiamo però il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Amministrazione Cantonale, della scuola e degli enti paracantonali di poter comunicare liberamente tra di loro, formando in questo modo un’opinione condivisa, democratica, utilizzando anche strumenti quali la posta elettronica interna.

Di fronte a queste intimidazioni, la Rete non può che ribadire con ancor maggior forza e convinzione l’invito a manifestare mercoledì 14 dicembre alle ore 17:30 in piazza Governo a Bellinzona.

Il coordinamento ErreDiPi