Nel mondo della scuola ticinese, fino a tempi recenti, era abitudine far circolare tra le sedi scolastiche le prese di posizione che i collegi dei docenti o dei quadri scolastici elaboravano sulle  questioni più disparate di politica scolastica. Spesso, quando i temi toccati erano giudicati di interesse generale, tali documenti venivano inviati anche agli organi di stampa. Non ci si pensava granché: si dava per scontato che la circolazione delle riflessioni sulla scuola prodotte in seno alla scuola stessa fosse una pratica sana, utile per stimolare l’indispensabile confronto di idee tra operatori scolastici e per alimentare la discussione pubblica su un ganglio così importante della società. Talvolta, questa pratica suscitava controversie con l’autorità scolastica o con il mondo della politica: nessuno si scandalizzava, era lo scotto da pagare per garantire un apporto qualificato e una cornice democratica al dibattito.

Progressivamente questa abitudine si è indebolita, fin quasi a scomparire. Ha inciso non poco, nel determinare questa dinamica, l’atteggiamento assunto dall’autorità scolastica: da qualche anno a questa parte si accumulano infatti segnali che vanno nella direzione di un sempre più esplicito convincimento che la scuola debba rivolgersi all’opinione pubblica con una sola voce, quella dettata dai vertici dipartimentali.

Già da tempo, per direttori, ispettori o esperti di materia esprimere un’opinione non allineata al di fuori dei canali riservati significa essere pesantemente redarguiti. Più di recente, queste pratiche censorie sono state rivolte anche a semplici insegnanti. Infine, degno corollario a questa preoccupante deriva, in questi giorni il governo si è rifiutato di inviare ai parlamentari i materiali elaborati dai plenum scolastici sul tema del superamento dei corsi A e B: per la loro consultazione il singolo deputato interessato dovrà presentarsi negli uffici del DECS, neanche fossero documenti segretati! In questo modo si impone nei fatti ai legislatori la propria parziale sintesi delle articolate posizioni emerse tra i docenti.

Come Movimento della Scuola riteniamo che questa situazione sia insostenibile. Occorre garantire la circolazione delle opinioni sui temi scolastici espresse da chi nella scuola lavora, in quanto fondamento di un sano e trasparente confronto democratico.

Nel limite delle nostre possibilità, abbiamo deciso di contribuire a questo compito pubblicando di seguito tutte le prese di posizione che dalle scuole ci sono giunte sul tema oggi all’ordine del giorno, quello relativo alla proposta di superamento dei corsi A e B nelle scuole medie. Invitiamo le scuole e i gruppi che ancora mancano all’appello a farci pervenire al più presto i loro documenti.

Il comitato del Movimento della Scuola

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