Nelle scorse settimane cinque collegi docenti di scuola media hanno reagito criticamente all’imposizione del cosiddetto Protocollo quarantene da parte delle autorità scolastiche. Lo hanno fatto attraverso lettere e prese di posizione che riteniamo importante pubblicare, assieme alla risposta che il direttore della Divisione Scuola, Emanuele Berger, ha rivolto alla prima sede scolastica intervenuta, la SM di Canobbio.
- Lettera della SM di Canobbio
- Il collegio docenti della SM di Stabio in merito al “Protocollo quarantene”
- Presa di posizione sul Protocollo quarantene della scuola media di Bellinzona 1
- COMMENTO AL PROTOCOLLO COVID (SM Camignolo)
- Lettera a Emanuele Berger del collegio docenti della SM di Barbengo
Lettera della SM di Canobbio
Egregio signor Berger,
dopo aver letto il documento “Protocollo quarantene individuali, di gruppo, di classe” ci sembra opportuno farle conoscere il punto di vista della nostra sede. Premettiamo che condividiamo l’importanza delle finalità esplicitate nel documento, ovvero:
- gestire in maniera efficace il proseguimento della scolarizzazione di chi è presente in classe;
- garantire agli assenti messi in quarantena il diritto allo studio in un contesto il più possibile sereno;
- assicurare il rientro nel normale corso formativo “in presenza” di coloro che sono stati assenti per periodi più o meno lunghi per ragioni legate al contenimento della diffusione del virus.
Riteniamo però che parte delle disposizioni emanate nei punti successivi siano irrealizzabili e non tengano conto di quanto è stato messo in campo dalla nostra sede scolastica.
Infatti già a settembre il nostro collegio dei docenti si è interrogato su quali fossero le modalità più efficaci per garantire continuità di apprendimento anche agli allievi che dovevano assentarsi a causa dell’attuale situazione pandemica. Tra l’altro, con questo obbiettivo, la maggior parte dei docenti della nostra sede (ben 27) ha seguito il corso “Idee e strumenti per una didattica a distanza”.
Dopo un lungo e costruttivo dibattito, eravamo giunti, con la soddisfazione di tutti, alla seguente decisione: ogni docente è responsabile di verificare che i propri allievi assenti per quarantena ricevano il materiale scolastico necessario per rimanere al passo con il resto della classe (in caso di quarantene individuali o di gruppi ridotti). La modalità con cui questo avviene è a discrezione del docente, nel rispetto della sua autonomia didattica e della sua coscienza professionale.
Per alcuni casi la modalità scelta è Moodle, ma in altri casi, proprio per il tipo di contenuti o per la preferenza del docente, è più funzionale una telefonata, un collegamento via Teams oppure una consegna diretta al domicilio dell’allievo del materiale cartaceo.
Al collegio docenti non era dunque sembrato utile focalizzarsi sul mezzo di comunicazione fra docente e allievo, ma garantire che gli allievi costretti a casa ricevessero effettivamente materiali e insegnamenti.
Ricordiamo anche che la nostra sede durante il periodo di lockdown è stata una delle poche a continuare a lavorare in griglia, mantenendo invariata la dotazione oraria delle diverse discipline, il tutto utilizzando sempre Moodle e/o Teams. Da parte nostra non vi è quindi un rifiuto ad utilizzare questa piattaforma, ma in buona sostanza chiediamo di poter beneficiare anche a distanza della stessa autonomia didattica di cui ancora, per il momento, beneficiamo in presenza. L’aspetto creativo e di autonomia del lavoro di insegnante rappresentano caratteristiche imprescindibili, soprattutto in un periodo di difficoltà come questo.
Nel primo paragrafo della lettera ai direttori che introduce il suo documento, lei fa riferimento al fatto che “tutte le componenti della scuola si sono notevolmente impegnate…” durante il periodo della pandemia.
Ci giunge quindi sorprendente e di difficile applicazione questa esigenza di “allineare la gestione delle situazioni di quarantena”, in quanto, a nostro avviso si presentano due tipologie di problemi: da un lato la disomogeneità e la frequente inadeguatezza degli equipaggiamenti informatici a disposizione delle diverse sedi del Cantone; dall’altro la peculiarità di alcune materie, quali per esempio educazione visiva, arti plastiche, educazione fisica e italiano, che non sempre si adattano al modello proposto con la piattaforma Moodle, che risulta talvolta limitante, e per tutte le materie, dispendiosa sul piano delle ore di lavoro del docente.
Come e in che modo la vostra fiducia nell’operato degli insegnanti non trova più corrispondenza nei criteri di adeguatezza e impegno per fronteggiare le quarantene?
Dove è la flessibilità in un sistema prescrittivo che di fatto sfiducia le azioni e le scelte dei docenti e crea nelle famiglie l’illusione di una omogeneità che nella realtà non esiste?
Anche durante la consulta con i presidenti dei plenum del 2 dicembre, è emersa chiaramente la disomogeneità di condotta fra le sedi; il documento del dipartimento uniformante non tiene conto di ciò e crea nelle famiglie l’illusione di un’omogeneità che nella scuola reale non esiste. Ci è inoltre sembrato che tale consulta sia soprattutto servita a estrapolare i dati su cui si è basato per definire il documento dell’8 gennaio, anche se in quell’occasione non hanno parlato tutti i presidenti di sede, né è stata specificata o introdotta in modo palese da parte sua la volontà di muoversi verso un documento come questo. Noi nutriamo la speranza che queste consulte dei presidenti dei plenum abbiano l’obbiettivo di coinvolgerci in modo costruttivo nei passi da intraprendere per rendere sempre migliore e più funzionale la nostra scuola. Non è certo basandosi sugli interventi dei presidenti di plenum che hanno voluto esprimersi il 2 dicembre che è possibile ottenere una radiografia seria e completa del funzionamento delle varie sedi in questo momento. La consulta ha ben mostrato le differenze abissali esistenti tra le varie sedi di scuola media, prima fra tutte la differenza di dotazione informatica, e ha inoltre indicato che l’abbattimento di tali differenze è la strada maestra da seguire.
Ora, guardando alla situazione concreta della nostra sede, il Plenum della Scuola media di Canobbio ritiene che quanto richiesto nel documento “Protocollo quarantene individuali, di gruppo, di classe” dell’8 gennaio non sia realizzabile per i seguenti motivi:
- la nostra sede non dispone delle risorse informatiche che permetterebbero in caso di quarantena di classe di svolgere l’ora di classe via Teams, così come un’ora lezione per ogni materia e due ore lezione per matematica e italiano. Questo quantomeno per quanto riguarda quei docenti che dovrebbero gestire queste lezioni mentre si trovano in sede, tra una lezione in presenza e un’altra. La stessa situazione tecnologicamente deficitaria la si ritrova inoltre al domicilio di molti nostri allievi: durante il periodo di chiusura della scuola sono stati consegnati una quarantina di PC ad allievi che ne erano sprovvisti;
- per gli stessi motivi ci sembra ancor più irrealistico svolgere lezioni contemporaneamente in presenza e a distanza nel caso in cui sia assente un gruppo di allievi. Ci chiediamo inoltre se vi è stata una riflessione riguardo all’enorme sovraccarico di lavoro che viene chiesto ai docenti, che dovrebbero riuscire a gestire contemporaneamente la lezione in aula e a distanza, le notevoli difficoltà legate all’uso di tecnologie che permettano di svolgere questo tipo di video lezione e infine che dovrebbero pure dare riscontri regolari, correggere quanto svolto da chi è a casa e riprendere i concetti trattati una volta che questi allievi rientrerebbero a scuola.
- è impensabile convocare i consigli di classe con preavviso praticamente nullo per coordinarvi il lavoro durante le quarantene così come è inaccettabile che un docente di classe debba contattare tutti gli allievi della propria classe durante i primi due giorni di quarantena per definire le modalità organizzative della didattica a distanza. Parliamo di docenti che svolgono il loro lavoro in presenza. Parliamo pure di docenti che possono avere fino a 12-13 classi da seguire in sede (per esempio un docente di visiva a tempo pieno). Parliamo inoltre di docenti che possono insegnare a tempo parziale e che hanno il diritto di avere altre attività oltre alla scuola.
A fronte delle sopracitate considerazioni, ci sembra importante sottoporre alla sua attenzione la necessità di considerare l’impegno richiesto ai docenti nel vostro intento di uniformare e informatizzare la gestione dei periodi di quarantena, sia per quanto concerne gli aspetti pratici e organizzativi del docente, sia sul piano del carico lavorativo.
Per concludere, nella speranza che le nostre considerazioni abbiano potuto apportare interessanti spunti di riflessione, ci auguriamo voglia continuare ad accordare fiducia nell’impegno che i docenti impiegano nello svolgere degnamente il loro lavoro anche in queste condizioni estremamente complesse, garantendoci libertà di applicazione delle indicazioni contenute nel documento in questione.
A nome del Plenum dei docenti della Scuola media di Canobbio,
le presidenti Sara Delucchi Zambelli e Barbara Fè Cretton
Il collegio docenti della SM di Stabio in merito al “Protocollo quarantene”
Esprimiamo il nostro appoggio alla presa di posizione della scuola media di Canobbio!
Ci troviamo in un momento impegnativo: l’équipe di Sostegno, nelle riunioni interne, riferisce dell’accresciuto bisogno di aiuto che i ragazzi della scuola oggi manifestano, sia dal punto di vista pedagogico che dal punto di vista psicologico. Questa situazione sembra essere una delle conseguenze del lockdown della scorsa primavera e si verifica per moltissimi ragazzi, in particolare forse di più per i casi considerati “difficili” e per i ragazzi di prima media, appena accolti nel nuovo ordine scolastico. Per arginare questo problema avremmo bisogno di risorse in più, per poter rispondere in modo davvero efficace alle sfide poste alle istituzioni educative da parte di una società, sempre più fragile e provata da questa crisi.
In merito alla presa di posizione della Scuola media di Canobbio, ci sentiamo di condividere pienamente i contenuti in essa affermati e riteniamo che sia importante ribadire il valore dell’autonomia didattica tra sede e sede, tenendo in considerazione le notevoli differenze che contraddistinguono le diverse realtà del Cantone, quanto a dotazione tecnologica e tessuto sociale.
La nostra sede, peraltro, non sarebbe affatto pronta, dal punto di vista tecnologico, a realizzare quelle lezioni con allievi contemporaneamente in presenza e a distanza, che sono invece consigliate nel “Protocollo quarantene” emanato dal DECS.
L’esperienza del lock-down primaverile ha evidenziato quanto sia importante, da parte dei docenti, relazionarsi nel modo più adatto con gli allievi e le loro famiglie, tenendo conto delle molteplici situazioni esistenti, delle loro difficoltà e della variabile competenza a livello informatico dei singoli individui.
In questo contesto, non ci sembra risolutivo rendere obbligatorio l’utilizzo della piattaforma Moodle per mettere i materiali didattici a disposizione degli allievi in quarantena. Concordiamo con i colleghi di Canobbio infatti quando dicono che l’adozione di questa scelta da parte di tutte le sedi realizzerebbe un’uniformità forzata, limitazione dell’autonomia didattica e portatrice di un’idea (illusoria) di omogeneità, sia in chi dirige la Scuola che nelle famiglie.
Tale omogeneità non esiste nella scuola reale e, cercando di realizzarla, si rischia di togliere l’energia e la forza ai docenti, i quali ogni giorno lavorano per adeguare al meglio le proposte didattiche, tenendo conto delle differenti sensibilità degli allievi, che sono una ricchezza inalienabile e non possono essere ingabbiate e incasellate a priori.
Piuttosto ci sembra giusto, come affermato dai colleghi di Canobbio, che ogni docente sia responsabile di verificare che i propri allievi assenti per quarantena ricevano il materiale scolastico necessario per rimanere al passo con il resto della classe (in caso di quarantene individuali o di gruppi ridotti). La modalità con cui questo debba avvenire sarà a discrezione del docente, nel rispetto della sua autonomia didattica e della sua coscienza professionale.
Sarebbe necessario ricevere, da parte degli Esperti, indicazioni e piste didattiche da seguire, per poter reagire a una situazione così particolare. Per quanto riguarda l’insegnamento dell’italiano per esempio, come si potrebbero organizzare, con gli attuali strumenti, il lavoro di laboratorio in quarta o, ancora, lo studio della poesia?
In ogni caso, se a mancare fossero solo pochi allievi (uno, due o tre per classe), ci pare importante continuare a contare sui compagni incaricati di tenere il materiale per gli assenti: in questo modo si continua a responsabilizzare gli allievi che, non solo si fanno da tramite tra la scuola e la casa dell’allievo assente, ma si organizzano anche per spiegare le varie attività rafforzando la collaborazione e i contatti fra i ragazzi.
Diverso naturalmente sarebbe se dovesse presentarsi una quarantena di classe e un eventuale scenario 2.
Anche l’obbligo, menzionato nel documento, di tenere accesi microfoni e telecamere da parte di docenti e allievi lascia perplessi: l’immagine del docente, ma non solo, potrebbe essere usata e ridicolizzata e si introdurrebbe un obbligo dall’alto che non permetterebbe di tener conto delle particolarità delle singole situazioni familiari degli allievi.
Per tutti questi motivi appoggiamo la posizione della Sme di Canobbio e ci auguriamo che la discussione su questi temi possa essere matura e proficua. Ad esempio, auspichiamo che le occasioni di dialogo come le riunioni di Consulta tra Capo ufficio SIM e Presidenti dei Plenum non passino sotto silenzio e siano invece un momento per mantenere aperto in esse il dialogo tra i diversi attori che, ogni giorno, fanno la scuola media.
Collegio docenti Stabio
Presa di posizione sul Protocollo quarantene della scuola media di Bellinzona 1
Egregio signor Bertoli,
in data 1 febbraio si è riunito il plenum della scuola media di Bellinzona1 e, tra gli altri temi all’ordine del giorno, ha affrontato il “Protocollo per le quarantene individuali, di gruppo e di classe” per dare voce al disagio che questo documento aveva provocato. Di seguito, e in sintesi, alcuni punti critici emersi durante la discussione sulle assenze individuali.
Autonomia di sede
Nella nostra sede abbiamo adottato delle direttive valide e condivise per le quarantene individuali già a settembre. Imporre delle direttive su base cantonale non considera a sufficienza il principio di equità dei ragazzi di scuola media, visto che esso si sviluppa anche tenendo conto delle peculiarità dei luoghi dove gli allievi vivono.
Costi e benefici
Il protocollo prevede che tutti i docenti mettano a disposizione dell’allievo assente materiali su cui possa lavorare “in modo autonomo”. Sappiamo bene – i webinar sul tema lo hanno ribadito – che non può trattarsi della stessa scheda da utilizzare con i compagni in presenza: il materiale deve essere riorganizzato e trasposto, progettato in maniera efficace e corredato da frequenti feedback. Tutto questo richiede ai docenti un enorme carico di lavoro supplementare che, purtroppo, non si traduce in un apprendimento altrettanto efficace: l’autonomia richiesta dalla scuola a distanza è infatti uno degli obiettivi della scuola dell’obbligo, non un prerequisito, ed è raggiungibile, nel corso di quattro anni, solo grazie all’enorme lavoro del corpo docente sulla relazione, sulla motivazione e sulle metodologie didattiche all’interno di ogni disciplina.
Derive future
Ci chiediamo quali conseguenze possa avere questo protocollo sulle attese dei genitori: come rispondere a chi chiederà lo stesso trattamento per un’assenza di una qualsiasi durata e dovuta ad altre ragioni? E come contenere le richieste dei genitori, già in forte aumento, sulla reperibilità del docente 24 ore al giorno e per 7 giorni alla settimana?
Ulteriori dubbi sono emersi per le altre forme di quarantena. Ad esempio, per quelle di gruppo, ci è sembrato impraticabile il suggerimento di una lezione “duale”, prevista cioè contemporaneamente per gli allievi in classe e per i loro compagni a casa.
Per queste ragioni, il plenum di Bellinzona 1 chiede che il DECS riveda il “Protocollo per le quarantene individuali, di gruppo e di classe”.
A nome del Plenum dei docenti della scuola media di Bellinzona 1,
il presidente Francesco Iadicicco
COMMENTO AL PROTOCOLLO COVID (SM Camignolo)
CONSIDERAZIONI GENERALI
La necessità di disporre di un sistema per la gestione delle assenze imputabili al COVID è stato un punto su cui la sede di scuola media di Camignolo ha compiuto accurate riflessioni.
Sebbene i tratti principali dell’argomento fossero stati anticipati nel plenum conclusivo dello scorso anno, le idee più concrete hanno preso forma a partire dalla definizione, posta dal DECS, dei tre scenari. È infatti in questo contesto che la direzione, lavorando di concerto con il plenum dei docenti, ha definito e messo in atto un progetto che permette di affrontare il problema in tutta la sua complessità. In linea di principio, infatti, la gestione delle assenze imputabili al COVID coinvolge sia aspetti riguardanti gli allievi, le classi e le loro famiglie che aspetti riguardanti il personale docente.
MISURE ADOTTATE PER GLI ALLIEVI
Esaminando la questione dal punto di vista degli allievi è stato subito chiaro quanto fosse importante distinguere la situazione della quarantena di classe, nella quale la didattica dev’essere affrontata necessariamente a distanza, dalla situazione della quarantena individuale, nella quale l’assenza ha le stesse caratteristiche di una normale assenza scolastica.
Tenendo conto di queste considerazioni, la sede di Camignolo ha attuato provvedimenti mirati a gestire i due aspetti.
LOCKDOWN DI CLASSE
In questa situazione è essenziale che gli allievi dispongano sia dei mezzi per accedere alla piattaforma di condivisione che delle competenze per saperlo fare. Se sul primo aspetto le possibilità d’intervento sono molto limitate, sul secondo sono state svolte le seguenti attività:
- acquisizione delle informazioni riguardanti le effettive competenze degli allievi in merito all’utilizzo dei mezzi informatici, in modo da definire uno stato della situazione;
- ristrutturazione dell’alfabetizzazione informatica nelle prime medie, in modo da anticipare quei contenuti che sarebbero preziosi in caso di assenza;
- organizzazione di attività formative per offrire agli allievi che trovano difficoltà nell’impiego dei mezzi informatici uno spazio in cui affinare le proprie conoscenze.
Abbiamo creato un progetto monte ore per accompagnare gli aspetti informatici, ma anche quelli psicologici e considerando le specificità individuali di allievi e allieve. Ilgruppo monte ore ha elaborato proposte, poi concordate con plenum e direzione. Abbiamo adottato linee direttive comuni, da adattare in funzione della situazione particolare di singoli/e allievi/e:
- Base comune in Moodle per tutti/e i/le docenti… affinata durante i workshop cui hanno partecipato quasi tutti/e;
- Check list informatiche svolte con tutte le classi che ci hanno permesso di organizzare momenti di “recupero” mirati, con il sostegno delle famiglie;
- Antenna di sostegno psicologico in sede per docenti, allievi/e e genitori. Ci accorgiamo che la pandemia sta acuendo situazioni già problematiche in precedenza;
- Gestione delle quarantene con condivisione con le famiglie che hanno apprezzato il nostro agire. Ulteriori misure sono state prese riguardo chi si trova a fare molteplici quarantene quasi di fila.
Queste iniziative, progettate dal consiglio di direzione, discusse e accettate dal plenum, hanno chiesto uno sforzo organizzativo non indifferente, coinvolgendo docenti che hanno dedicato molto tempo per la loro messa in atto in tempi ragionevoli.
QUARANTENE INDIVIDUALI
La situazione riguardante le quarantene individuali viene gestita in modo simile alle assenze ordinarie, permettendo agli allievi di ricevere il materiale didattico tramite il compagno di riferimento. Questo provvedimento consente di semplificare la gestione in quanto non richiede di istruire gli allievi e le famiglie su un nuovo metodo per accedere ai materiali, inoltre la consegna manuale di materiale cartaceo prodotto in sede evita che le famiglie lo debbano stampare a casa propria. Un occhio di riguardo è dato da parte dei/delle docenti al rientro dalla quarantena, sia sulla comprensione di quanto svolto in loro assenza sia sulla ri-pianificazione delle verifiche.
QUARANTENE MULTIPLE
Con il progredire dei contagi sono apparse situazioni in cui gli allievi hanno subito quarantene multiple. Per la gestione di questi casi, nella riunione del plenum che avuta durante il mese di dicembre sono state prese decisioni relative sia alla gestione del materiale didattico, sia al delicato momento del rientro a scuola, dove i docenti diluiscono eventuali attività di recupero in modo da non creare troppa pressione sull’allievo.
MISURE ADOTTATE PER I DOCENTI
L’argomento riguardante il lockdown di classe va analizzato anche dal punto di vista di chi deve tenere le lezioni a distanza, dunque i docenti. L’adesione in massa ai tre workshop testimonia l’impegno degli insegnanti non solo per approfondire le proprie conoscenze riguardanti l’uso dei sistemi informatici, ma anche per definire una metodologia di lavoro e una linea d’azione comune, che sia in grado da un lato di rendere accettabile il carico di lavoro e dall’altro di semplificare la fruizione del materiale da parte degli allievi e dei loro familiari.
Data la particolarità della situazione e vista l’eccezionalità delle misure poste in essere è stata necessaria una comunicazione più frequente con le famiglie, le quali hanno manifestato gratitudine per il lavoro svolto e non hanno mai reclamato.
CONSIDERAZIONI A POSTERIORI
Il sistema così concepito è stato sottoposto al banco di prova dell’aumento dei contagi: anche nella nostra sede la diffusione del COVID ha causato e causa ancora un buon numero di quarantene e la gestione messa in atto si è rivelata particolarmente efficace.
COMMENTO AL DOCUMENTO DECS
Il documento parte dalla premessa che i tre scenari delineati durante l’estate, pur mantenendo la loro validità, vadano integrati con provvedimenti mirati ad adattarli alla situazione attuale; tali provvedimenti vanno a completare gli scenari, specificando una serie di comportamenti non previsti in precedenza.
Sebbene la definizione dei tre scenari avesse lasciato delle zone grigie, sono proprio queste ultime a consentire alle sedi il margine di manovra indispensabile per adattare il proprio modo d’agire alla struttura e alle dotazioni informatiche, in modo da raggiungere gli obiettivi richiesti.
L’introduzione di procedure aggiuntive per la gestione dettagliata delle quarantene sortisce un effetto che è esattamente opposto alla desiderata flessibilità, irrigidendo un sistema che godeva, in precedenza, di una buona adattabilità. Si sottolinea inoltre come i provvedimenti previsti non tengano conto delle specificità dei/delle singoli/e allievi/e, che invece i consigli di classe conoscono.
Al di là delle considerazioni generali riguardanti il senso del provvedimento, vi sono diversi aspetti operativi che meritano un chiarimento. Anzitutto, le famiglie non sono obbligate a informare la direzione in caso di quarantena, inoltre vi sono allievi che si assentano da scuola per motivi di salute che nulla hanno a che fare con il COVID. In questi casi, il protocollo è assolutamente discriminatorio, trattando le due situazioni in modo differente.
L’accesso alla piattaforma Moodle presuppone che tutte le famiglie possiedano sia un dispositivo adatto allo scopo sia un servizio di rete (wi-fi o cellulare) che consenta la comunicazione. Su entrambi questi fronti non è possibile offrire alcuna garanzia, giacché il prestito dei computer da parte del CERDD avviene solo in caso di quarantena di classe.
Caricare sulla piattaforma i materiali didattici pensati per una fruizione al computer (dunque senza stampa) e accompagnandoli con indicazioni su come procedere può richiedere uno sforzo non dissimile da quello necessario per creare una lezione su Moodle. In questo modo, il docente dovrebbe preparare una lezione da presentare in aula e una da condividere sulla piattaforma, raddoppiando essenzialmente il carico di lavoro; chi ne fa particolarmente le spese sono i docenti che insegnano in molte classi, poiché in questi casi vi sono più quarantene in contemporanea. La situazione si complicherebbe ancora di più se, accanto alle lezioni tradizionali e al caricamento dei materiali su Moodle fosse anche necessario garantire una didattica interattiva tramite Teams.
Il documento che ci viene imposto esige una mole di lavoro impossibile e, a partire dalla nostra esperienza di sede, non ha senso. Noi continueremo a differenziare l’accompagnamento a dipendenza dell’allievo/a. Mancare una settimana da scuola per taluni/e non pone problema, per altri/e si. I/Le docenti sanno a chi serve un maggiore sostegno e a chi no.
Sulla base di quanto qui sinteticamente esposto, ma fra noi concordato, continueremo nella direzione che ha per noi maggior senso rispetto ad allievi e allieve e condivisa con le famiglie. Nella nostra sede, il costante confronto fra direzione e docenti con comunicazioni regolari ai genitori ci permette di rispondere al meglio alle esigenze di tutti/e. E ci adeguiamo man mano che arrivano nuovi problemi. Eccessive imposizioni dall’alto ci mettono davvero in difficoltà, senza che vi sia una conoscenza di come stiamo procedendo in sede.
Per il collegio docenti della Scuola media di Camignolo,
il presidente Alessandro Martin
Lettera a Emanuele Berger del collegio docenti della SM di Barbengo
Barbengo, 24 febbraio 2021
Egregio signor Berger,
dopo aver ricevuto, letto e riflettuto sul documento “Protocollo quarantene individuali, di gruppo, di classe – versione 8 gennaio 2021”, riteniamo doveroso esprimerle il nostro punto di vista a riguardo, consapevoli che il compito dei vertici Dipartimento è quello di guidare e dirigere, ma altrettanto consci dell’importanza che la voce della base del Dipartimento, i docenti, vada sempre espressa. Abbiamo letto con interesse anche la lettera inviatale dal Plenum delle Scuole Medie di Canobbio, che con tempestività si è chinato sul tema, e non possiamo che convidere la linea argomentativa di quella lettera. E questo anche dopo la sua pronta riposta, gentilmente messa a disposizione di tutti i Presidenti dei Plenum e ulteriormente illustrata nel corso della Consulta del 10.02.2021; riteniamo che sia importante portare avanti la discussione e la riflessione, per poter costruttivamente avanzare verso una scuola migliore, anche in questo lungo e difficile anno
pandemico.
Sarebbe superfluo, ma meglio ribadirlo: le premesse espresse nel “Protocollo” relative alle finalità dell’insegnamento ci trovano evidentemente concordi. La gestione efficace dell’insegnamento in presenza, inteso come proseguimento della scolarizzazione, concetto mai così centrale come quest’anno ma che andrebbe sempre tenuto presente nel nostro agire quotidiano, la garanzia del diritto allo studio per gli allievi in quarantena, la gestione del rientro scolastico nel normale iter formativo di coloro che sono stati assenti per quarantena o isolamento, sono concetti che hanno evidentemente, ma anche naturalmente, organizzato la nostra vita di sede da settembre ad oggi.
Ci viene spontaneo quel naturalmente, poiché crediamo fermamente che nel novero dei compiti di un docente professionista rientri la capacità di adeguare con sguardo critico l’azione pedagogica e didattica alla situazione contingente, sia essa individuale o collettiva. La pandemia di COVID19 ha evidentemente messo sotto gli occhi di tutti questa necessità di adattamento, ma in quanto addetti ai lavori del mondo formativo sappiamo perfettamente che anche senza una pandemia globale la situazione familiare, sociale, formativa non è uniforme e richiede un costante adeguamento che consenta a ogni allievo il raggiungimento di un traguardo.
Ne consegue che alcune osservazioni del suddetto Protocollo ci lascino perlomeno stupiti, poiché sembrano mettere a nudo una mancanza di fiducia nell’operato del corpo docente purtroppo non nuova (si pensi all’introduzione della nuova legge relativa alla Formazione Continua, riguardo a cui la sede di Barbengo prese a suo tempo posizione, o al fantomatico Profilo dell’Insegnante, che pare ormai essersi arenato nonostante la cocente necessità da anni ribadita di riflettere sulla professione insegnante) ma che sempre lascia con l’amaro in bocca, da un lato per l’assenza di coinvolgimento degli stessi in fase di ideazione e redazione delle direttive (tema che d’altro canto è emerso anche durante l’ultima Consulta del 10.02 e che la trovava concorde, anche sul fatto che varrà la pena ritornare a riflettere in merito, poiché non è sufficiente informare per coinvolgere), dall’altro per la continua erosione dell’autonomia didattica e pedagogica degli insegnanti, che pare quasi si vogliano trasformare in meri esecutori, invece che professionisti.
Fermo restando che troviamo corretto stabilire alcuni paletti che segnalino la direzione da prendere, così da mantenere nella sana eterogeneità cantonale delle sedi di SM un sostrato comune che non generi disparità di trattamento, ci sembra che le direttive emanate nel caso di quarantene individuali o di gruppo facciano emergere alcune criticità che ci sentiamo di trasmetterLe per rilanciare la discussione e la riflessione.
La direttiva contenuta nel Protocollo stabilisce che in caso di quarantene individuali o di un “folto gruppo di allievi “ (punti 4.1 e 4.2 del documento) “i docenti della classe […] mettono a disposizione dell’/degli allievo/i assente/i, in tempo utile e regolarmente mediante la piattaforma Moodle, i materiali didattici sui quali essi possono lavorare in modo autonomo, accompagnandone la consegna con comunicazioni e modalità di lavoro già conosciute dagli allievi. I docenti dovrebbero
favorire il più possibile la proposta di attività per il cui svolgimento non sia necessario stampare documenti, per evitare che le famiglie debbano addossarsi dei costi aggiuntivi eccessivi.”
L’utilizzo obbligato e totalizzante di Moodle in questi casi pone secondo noi alcuni problemi:
- Esso comporta un significativo onere aggiuntivo per i docenti, in quanto non contempla le situazioni didattiche (e in una scuola al passo con i moderni dettami pedagogici esse sono molte) per cui non basta caricare come in un archivio digitale i materiali online. In molti casi i docenti dovrebbero (meglio, devono), oltre a normalmente preparare e condurre le lezioni in presenza, modificare o creare dei materiali ad hoc fruibili al domicilio senza prevedere una stampa di essi. Pare abbastanza evidente come non sempre materiali, schede od esercizi proposti in classe siano direttamente adatti ad un apprendimento autonomo, e d’altra parte proprio l’esperienza della scuola a distanza in marzo e aprile 2020, come pure quelle di quarantene di classe vissute nell’autunno 2020, hanno reso evidente la differenza. Non per nulla un nutrito gruppo di docenti della nostra sede ha seguito la formazione DFA “Idee e strumenti per una didattica a distanza”: doverosamente e coscienziosamente il corpo docente riflette, si forma e si prepara nell’eventualità di dover implementare la scuola a distanza. Deve anche fare lavoro doppio per coniugare la scuola in presenza con una forma individualizzata di scuola a distanza? Possiamo idealmente capirlo e condividerlo, perché da professionisti desideriamo che la nostra scuola sia la migliore possibile. Ma in un mondo ideale a maggior lavoro corrisponde maggior riconoscimento salariale e sociale, oppure almeno uno sgravio di tempo utile altrove, non la calata di direttive da eseguire. Noi condividiamo in pieno l’importanza di non gravare sulle famiglie per la stampa dei materiali, e per questo come sede abbiamo sempre fatto pervenire agli allievi in quarantena i materiali e le relative indicazioni (consegna tramite “angeli custodi”, familiare che veniva in sede a ritirarli, in alcuni casi invio postale). Riteniamo che fosse anch’essa una soluzione percorribile, e, al pari di quella indicata dal Protocollo, non imponibile a tutto il corpo docente del Cantone.
- Esso non riflette sulla didattica delle materie speciali (Visiva, Educazione alle Arti Plastiche, Educazione Musicale, Educazione Fisica, Educazione Alimentare, le Opzioni tecniche di Orientamento), che più difficilmente possono sfruttare efficacemente Moodle per una didattica individuale a distanza, e sembrano quindi quasi venir sacrificate. Senza dimenticare che i docenti di materie speciali (tra i quali a Barbengo vi sono ben 8 docenti di classe – su 25 sezioni) ancora viaggiano con un onere settimanale di 28 ore, contro alle 25 delle altre materie: si sommano dunque, in questi casi a maggior ragione, la problematica dell’onere lavorativo e quella della difficile resa efficace tramite Moodle.
- Esso assume che per una quarantena individuale, al pari di una quarantena di classe, l’utilizzo da parte dell’allievo assente di un computer o tablet sia imprescindibile; ora, la nostra sede, continuando le lezioni in presenza (Scenario 1), non può prestare i PC alle famiglie che ne fossero sprovviste, e l’eventuale passaggio dal CERDD andrebbe a buon fine, evidentemente, quasi alla fine della quarantena. Durante il periodo di scuola a distanza della primavera 2020 nella nostra sede sono state 42 le famiglie che hanno fatto richiesta di PC, per un totale di 47 PC prestati, il che mette in luce come anche sfruttando obbligatoriamente Moodle l’uniformità di trattamento tra allievi non sarebbe garantita, non potendo essere certi che ogni allievo sia in possesso di un dispositivo.
Nella sua risposta alla lettera del Plenum di Canobbio, per spiegare le ragioni dell’introduzione dell’obbligo di utilizzo di Moodle, lei scrive: “La scelta della piattaforma Moodle come canale privilegiato, oltre a consentire un allineamento dei vari istituti scolastici permette di avere un unico spazio dove gli allievi trovano tutto il materiale distribuito durante la loro assenza. L’utilizzo di canali di distribuzione diversi a seconda della materia o del docente potrebbe infatti essere fonte di confusione, soprattutto presso gli allievi più giovani.” Siamo evidentemente d’accordo che per chiarezza verso gli allievi e le famiglie vada il più possibile evitata il moltiplicarsi di canali comunicativi; ecco perché, come sede, abbiamo deciso l’iter da seguire per far sì che gli allievi in quarantena siano sempre e comunque integrati nel percorso formativo, essendo in chiaro sulle modalità adottate. Ci sembra quindi che il vantaggio enunciato per la scelta di Moodle si riduca quindi ad una facciata di apparente semplicità comunicativa verso gli allievi e le famiglie, quando le difficoltà legate all’andamento scolastico attuale non si trovano certo nella modalità di consegna di materiali ed indicazioni, ma nella difficoltà sociale che tutti ci accomuna nel confrontarci con la pandemia e le sue conseguenze.
La direttiva contenuta nel Protocollo indica anche la possibilità, “se le infrastutture di sede lo permettono”, di svolgere delle lezioni in forma ibrida, “adatte agli allievi in presenza e a quelli a distanza”, sfruttando MS Teams in diverse modalità, più o meno attive. Diamo per scontato che Lei sia a conoscenza della dotazione tecnologica più che precaria in cui versa la sede di Barbengo, quindi non ci dilunghiamo con una descrizione che non sapremmo se redigere con tono drammatico o ironico. Accogliamo con favore e sempiterno, ma un po’ disilluso (Barbengo da anni aspetta molte cose, che raramente arrivano…), ottimismo la notizia del suo sollecito presso CERRD, CIS e Sezione della Logistica per accelerare il progesso di digitalizzazione. Ci limitiamo a segnalare come nel nostro caso qualunque iniziativa passi per le nuove tecnologie sia perlomeno complicata, e questo già solo nel caso si voglia lavorare in presenza con esse. Al di là dell’opportunità o meno di svolgere lezioni “ibride” (opportunità su cui varrebbe tuttavia la pena fermarsi coralmente a riflettere, poiché non solo di forma della lezione si tratta), questo si rivelerebbe per noi impossibile. Non è un obbligo (non ancora?), e possiamo quindi senz’altro soprassedere, ma certo questa apertura suggerisce che se davvero la direzione in cui si vuole andare al di là della situazione contingente di emergenza, dopo profondo dibattito e confronto interno al mondo della scuola, fosse quella di una digitalizzazione della scuola, allora la situazione di emergenza in cui ormai da mesi versiamo dovrebbe dimostrare come gli investimenti nella scuola siano non più procrastinabili, e intendiamo qui investimenti in senso lato, in termini di logistica, di dotazione tecnologica, di formazione, di accompagnamento. Una Scuola forte è una scuola che possa contare su docenti motivati e formati, su scuole in ordine e al passo con i tempi, su un piano di confronto costante, e non solo su protocolli e direttive.
Purtroppo questa non è una lettera di trasmissione di opinioni in fase di consultazione, ma la presa visione di uno stato delle cose; da qui il tono polemico, per il quale scusiamo eventuali eccessi. Ma non è neppure una salita sulle barricate: è l’espressione della profonda necessità per i docenti di potersi esprimere in quanto professionisti.
A nome del Plenum dei docenti della Scuola media di Barbengo,
i co-presidenti Nina Pusterla e Alessandro Passuello