Pubblichiamo integralmente la risoluzione adottata dal collegio docenti del Centro professionale tecnico di Trevano negli scorsi giorni.

L’insegnamento online ha comportato un rapporto diverso con i nostri docenti, permettendo a noi studenti di avere uno sguardo ‘privilegiato’ su di loro, e di vederli come persone, prima ancora che come professori: l’insegnamento a distanza ‘entra’ infatti nelle case di docenti e studenti, mostrando la loro realtà quotidiana e l’ambiente in cui essi vivono, ed esula quindi dal normale contesto scolastico dell’aula.

Simone Zocchetti, studente CPT Trevano 2019-2020

Quando l’11 marzo scorso, a seguito della rapidità con cui il Covid-19 si stava diffondendo tra la popolazione e il Governo cantonale è stato costretto a decretare la sospensione delle lezioni in presenza, tutti gli istituti scolastici ticinesi sono stati chiamati a stravolgere in poche ore modalità di insegnamento consolidate e rassicuranti, fondate sul contatto umano, sulla comunicazione diretta, sui linguaggi non verbali, sullo scambio di opinioni e, specialmente, sul confronto diretto tra studenti e insegnanti. I docenti hanno perso d’un tratto le proprie certezze e i propri strumenti, e per garantire la continuazione dell’insegnamento si sono dovuti costruire in fretta altre modalità. Da quel giorno si è detto e scritto molto sui metodi didattici, sui benefici degli strumenti tecnologici adottati, sui loro limiti, sulle ripercussioni fisiche e psicologiche riconducibili allo stress da e-learning: anche troppo, e sovente senza cognizione di causa.

Le direttive che hanno accompagnato il passaggio dalle lezioni in presenza a quelle a distanza hanno poi contribuito ad aggiungere confusione, malumore e smarrimento: su tutte, particolarmente mortificante è stata la decisione di uniformare, semplificandole, le procedure di valutazione di tutti gli ordini scolastici, che ha svuotato di significato l’intero anno scolastico, mettendo in dubbio la capacità degli insegnanti e dei singoli istituti di adottare modalità e procedure conformi di verifica delle competenze disciplinari anche a distanza. O ancora, la scelta unilaterale di cancellare le presentazioni dei Lavori di Approfondimento, malgrado una parte degli apprendisti dell’ultimo anno avesse nel frattempo già affrontato la prova!

Malgrado tutte le perplessità, le lezioni al CPT di Trevano sono da subito proseguite regolarmente, nel rispetto dei piani disciplinari, degli obiettivi e dell’orario scolastico. Guardando indietro a quelle prime settimane di isolamento, oggi ci sembra un miracolo la strada che siamo riusciti a percorrere, sommando faticosamente un passo dopo l’altro, per tener fede al nostro impegno didattico e sociale di insegnanti. In realtà, il nostro è stato il miracolo che gli esseri umani compiono quando si mettono insieme e costruiscono una rete di solidarietà che non vuole lasciare indietro nessuno: una solidarietà generale, mai sperimentata prima, tra i docenti, gli allievi, i preziosi collaboratori dell’amministrazione e, per i fortunati come noi, la Direzione.

I docenti più abili nell’attivare l’insegnamento a distanza hanno messo a disposizione dei colleghi meno capaci le proprie competenze, aiutandoli a superare le barriere psicologiche e materiali necessarie per attivarsi. L’insegnamento online ci ha permesso di entrare negli spazi privati dell’altro, aprendo le porte ad un nuovo modo, per certi versi più umano, di guardarsi e di percepirsi.

La Direzione ha sostenuto insegnanti e allievi, informando, ascoltando, mettendosi a disposizione per risolvere, e questo sempre con l’atteggiamento comprensivo e sereno che è così indispensabile per riuscire a fare bene in situazioni di emergenza.

Da persone coinvolte direttamente nell’inedita esperienza di questo modo di fare scuola, desideriamo rendere pubblica la risposta encomiabile che le apprendiste e gli apprendisti hanno dimostrato con il loro impegno, l’abnegazione e il profondo senso di responsabilità in questi difficili mesi di formazione a distanza. Nonostante le difficoltà generate dalla pandemia, le nostre ragazze e i nostri ragazzi, parallelamente all’attività professionale – che per molti di loro è proseguita ininterrottamente -, si sono presentati puntuali a ogni lezione in videoconferenza, hanno svolto le consegne loro assegnate: hanno anzi continuato a farlo diligentemente e scrupolosamente anche dopo che le direttive del DECS hanno sancito il primato della valutazione formativa su quella sommativa che, semplificando il concetto, attribuiva ai lavori svolti un valore irrisorio ai fini della valutazione. Pur con riluttanza, gli studenti dell’ultimo anno hanno preso atto della cancellazione dell’esame di Maturità professionale; soppressione cui, peraltro, i media locali non hanno riservato alcuna attenzione, contrariamente all’interminabile, e per certi versi stucchevole, diatriba tra favorevoli e contrari sull’annullamento degli esami di maturità liceale, ulteriore conferma della sensazione che nel nostro Cantone, al di là delle attestazioni di facciata sul valore della formazione professionale, a contare siano i licei, mentre le apprendiste e gli apprendisti rimangono ancora figli di un dio minore.